Se guardassimo la Terra dallo spazio, la prima cosa che ci salterebbe subito agli occhi è che è fondamentelmente un pianeta blu; essendo infatti costituita per circa il 71% da acqua, suddivisa come vedremo in oceani, mari, laghi e corsi d’acqua di vario genere, la Terra è quasi completamente sommersa, e la parte più considerevole di piattaforma continentale si sviluppa proprio sotto il livello del mare.
La massa d’acqua presente sul nostro pianeta è enorme, impressionante per quanto è estesa, ed ovviamente l’uomo non ha avuto, e forse non avrà mai, la possibilità di esplorarla tutta; parliamo di una superficie di circa 361.126.221 chilometri quadrati su un totale di 510.065.285, ovvero un volume d’acqua di 1,34 miliardi di chilometri cubi. Praticamente è un altro pianeta molto più grande di quello emerso che conosciamo, un pianeta blu che ci ospita al suo interno e che ci offre, come vedremo, infinite risorse.
Quando iniziò lo sfruttamento delle risorse offerte dal mare
Già nella preistoria, l’uomo comprese subito che quella grande massa d’acqua era abitata e che le creature che vivevano lì sotto erano commestibili, quindi iniziò ben presto a studiare come poter migliorare la sua tecnica per ottenere cibo dal mare, vedendo poco a poco ad aumentare sempre più la quantità di esseri che riusciva a catturare.
Sembra che nella preistoria la profondità media degli oceani fosse di gran lunga inferiore a quella attuale, e questo sarebbe in gran parte dovuto al progressivo scioglimento dei ghiacciai; in effetti non si è ancora capito bene se l’uomo iniziò ad utilizzare il mare prima come via di comunicazione e di trasporto o come fonte naturale di alimentazione e sopravvivenza. Il dato certo è che, nel corso dei tempi, lo sfruttamento del mare ha raggiunto livelli sempre maggiori fino ad arrivare ai nostri giorni, dove addirittura si tratta di razionalizzarlo per non esaurirne completamente la produttività.
Quali sono le risorse del mare più utilizzate dall’uomo?
Si suole suddividere la grande massa d’acqua che compone i due terzi del nostro pianeta in tre grandi oceani, Atlantico, Pacifico ed Indiano, ma c’è chi aggiunge anche quello Artico, generalmente ‘incorporato’ nell’Oceano Atlantico; a sua volta ognuno di questi oceani può essere ‘scomposto’ in mari mediterranei (o interni) e mari marginali (o di delimitazione), senza contare poi tutti gli altri corsi d’acqua o bacini che un Oceano è capace di creare.
Oltre ad essere abitato da centinaia di migliaia di creature viventi e piante, il mare funge anche da enorme serbatoio di calore, capace di assorbire l’energia solare e di rilasciarla poco a poco, ma non solo; potremmo infatti dire che, in assenza degli Oceani la Terra sarebbe sottoposta a violenti sbalzi di temperatura ed alterazioni climatiche, cosa che invece non avviene proprio grazie alla presenza di questa enormi masse d’acqua, che attuano in questo caso come un vero e proprio termostato garantendo quell’equilibrio ecologico che favorisce lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.
Pesca ed alimentazione
Da circa 165.000 anni dunque l’uomo ricava risorse dal mare, e questa attività si è andata via via sempre più intensificando col tempo; pesci, molluschi, crostacei, ed un’infinità di specie di piante acquatiche continuano a popolare gli Oceani sin dalla loro creazione, costituendo non solo un mondo totalmente indipendente ed avulso dal nostro, ma soprattutto una inesauribile fonte di alimenti ed altre risorse naturali importantissime per noi esseri umani di ‘superficie’.
Il mare contiene anche un gran numero di elementi chimici naturali come sali e gas, ed è proprio grazie alla loro presenza che la vita in questi ambienti presenta biodiversità; biossido di carbonio, ossigeno, azoto, per non parlare del ‘cloruro di sodio’ (il volgare sale da cucina ) garantiscono le condizioni ideali per lo sviluppo della vita sub-acquatica, ed è grazie ad essi che noi umani possiamo trarre i benefìci che sappiamo. La pesca è attività fondamentale per l’alimentazione dell’uomo, e gli Oceani nella loro immensità potrebbero soddisfare in eterno le nostre esigenze alimentari; purtroppo però, come spesso ci capita di dover constatare, è sempre l’intervento dell’uomo che rovina tutto. L’incessante attività di sfruttamento delle risorse offerte dal mare è purtroppo stata portata all’esasperazione, provocando grandi scompensi e rischi di estinzione per alcune specie; la rabbia è che se avessimo da subito capito come ‘razionalizzare’ tutti gli approvvigionamenti, le quantità di risorse estratte avrebbero potuto moltiplicarsi per quattro o cinque, ma ormai è già troppo tardi per iniziare a farlo ora.
Il mare, un pianeta da salvaguardare per un futuro migliore
Duole notare come l’uomo sia stato capace prima di depauperare e poi di inquinare sempre più il mare; il progresso tecnologico ha portato a sovraproduzioni di qualsiasi prodotto, industrie su industrie hanno iniziato a scaricare in mare i loro residui tossici, un’invasione di materiali plastici contamina gli Oceani ogni giorno di più…se si continua di questo passo presto gli Oceani saranno completamente improduttivi, e sarà stata unicamente colpa nostra!
E purtroppo la cosa non riguarda solo la superficie…anche i fondali stanno cambiando (in peggio), ed è sempre l’uomo il colpevole di queste brusche trasformazioni; trivellazioni, perforazioni, sfruttamento di giacimenti sotterranei di gas e sali minerali di vario genere, tutto è stato portato all’esasperazione, tutto si fa in scala industriale, ed i danni provocati all’intero ecosistema marino sono incalcolabili. Sarebbe bene darci una regolata prima che sia troppo tardi, il mare è troppo importante per la nostra vita e per quella dei nostri figli.